SUCCEDE IN UNA NOTTE IL GRANDE "CASO" TRA CRITICA E PUBBLICO
Canova come Godard - Due registi rivoluzionari che non hanno paura di "SFIDARE"
13 Ottobre 2025 - La Redazione

ROMA, 14 Ottobre - Succede in una notte Il lungometraggio d’esordio di Emiliano Canova, prodotto da Canova Production e ufficialmente inserito nel calendario nazionale delle uscite cinematografiche dal Ministero della Cultura, è arrivato in sala come una scossa: un’opera indipendente capace di dividere la critica e infiammare il pubblico.
Come disse Jean-Luc Godard:
‘Il cinema non è fatto per piacere, ma per disturbare.’
Canova come Godard: il debutto che fa discutere e accende le sale
C’è un momento, nel percorso di ogni autore, in cui un film smette di essere soltanto un’opera e diventa un "CASO".
È ciò che sta accadendo con “Succede in una notte”, il lungometraggio d’esordio di Emiliano Canova, che dopo il suo debutto ufficiale nelle sale italiane — e la segnalazione nel calendario nazionale del Ministero della Cultura — sta creando una frattura netta tra critica e pubblico.
La spaccatura: quando il cinema fa discutere
Alcune testate hanno accolto il film con toni taglienti, parlando di “ansia di attualità”, “superficialità mediatica” e perfino di “troppa retorica e troppo parlato”.
Ma le sale hanno raccontato tutt’altra storia. Noi di Cinema News Italia eravamo presenti e abbiamo raccolto le voci degli spettatori: c’è chi lo ha definito “un film originale che fa riflettere”, chi – come Daniele – ha commentato: “Finalmente una trama vera e un film parlato. Basta con film a libera interpretazione che non dicono nulla.” E poi c’è Chiara, che lo ha visto due volte, raccontando che la seconda visione le è piaciuta meglio della prima e vorrebbe rivederlo ancora.
Insomma, un film che genera discussione, confronto e partecipazione: segni inequivocabili di un’opera che colpisce nel vivo, trasformando la sala in un luogo di dialogo e non di consumo passivo.
Mentre la critica più tradizionale si interroga, Canova costruisce un linguaggio personale e riconoscibile.
Come Godard negli anni ’60, osa: frammenta la narrazione, intreccia finzione e documentario, usa la parola come materia viva del racconto.
In Succede in una notte, Cornelia – l’influencer ambientalista travolta dal giudizio mediatico – diventa lo specchio di un’epoca in cui la verità si confonde con la sua rappresentazione.
Il film non chiede di essere amato, ma compreso. Non vuole piacere, vuole interrogare. È un’opera che non si scusa per la propria radicalità, che sceglie di stare nel rumore del presente, non di osservarlo da lontano.
Un linguaggio ibrido che rompe i confini
Girato con uno stile ibrido – tra realtà e messa in scena – il film affronta il tema dell’esposizione digitale e dell’identità pubblica con una potenza visiva rara nel cinema indipendente italiano. Ogni scelta di montaggio, ogni frammento sonoro, ogni voce che attraversa la protagonista diventa parte di un discorso più ampio: quello di un Paese che vive connesso, osservato, giudicato.
E mentre i critici discutono di forma, il pubblico risponde con emozione. Le proiezioni si chiudono tra applausi e domande, dimostrando che Succede in una notte non lascia indifferenti: è un film che vive dentro chi lo guarda.
Un cinema che non resta in silenzio
“Succede in una notte” è più di un titolo: è un gesto. Un atto di fiducia nel cinema come linguaggio ancora vivo, capace di dividere, ferire, accendere, far pensare. E se la critica si spacca, tanto meglio. Vuol dire che l’opera ha colpito il punto nevralgico del nostro tempo: la paura di essere visti per ciò che davvero siamo.
Come Godard, Canova non cerca il consenso: cerca la verità.
E in un panorama saturo di immagini e silenzi, la sua voce — imperfetta, necessaria, coraggiosa — è già una rivoluzione.
INFO: www.canovaproduction.com


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