
ROSA ALARI GHIGI: L'INTERVISTA
"DAL PALCOSCENICO AL SET: LA VITA INTENSA DI ROSA ALARI GHIGI"

BIOGRAFIA:
Rosa Gaetana Luigia Alari Ghigi è un’attrice e performer milanese con una solida esperienza nel teatro musicale, nella danza, nel canto corale e nella recitazione per audiovisivo. Laureata in Chimica Farmaceutica, ha un background eclettico e multidisciplinare che integra arte, comunicazione e formazione personale.
Dal 2009 è performer stabile della compagnia di musical “Cuori con le Ali”, con oltre 300 spettacoli all’attivo nei principali teatri lombardi e nazionali. Ha lavorato per 12 anni come corista nel coro polifonico “Città di Milano” e ha ricoperto ruoli di conduzione e comunicazione in contesti aziendali di rilievo, tra cui il gruppo Eni.
Negli ultimi anni ha intensificato la sua attività nel settore audiovisivo, partecipando a numerosi cortometraggi, spot pubblicitari, videoclip musicali e produzioni cinematografiche, collaborando con scuole di cinema come NABA, Mohole, Politecnico di Milano e registi emergenti. Parallelamente, ha prestato la voce per doppiaggi, audiolibri e voice-over.
Interprete poliedrica, affianca al suo lavoro artistico competenze in danza (classica, moderna, tip tap, afro), chitarra, yoga, boxe, fotografia e scrittura creativa, mantenendo viva una visione integrata dell’arte come strumento di comunicazione, cura e relazione umana.
L'INTERVISTA.
1. Cosa l'ha spinta ad accettare il ruolo della protagonista in Manhattan, Italia?
Sono stata molto colpita dalla tematica del cortometraggio in quanto ho una profonda sensibilità sulla salute e sull’ambiente. Credo fortemente nella funzione divulgativa/educativa del cinema. Inoltre, sono molto affine e compatibile con Massimiliano Aita, autore del corto e protagonista insieme a me, ed ero certa di riuscire, lavorando con lui, a esprimere al meglio le mie qualità di attrice.
2. Il suo personaggio vive un profondo cambiamento: com’è stato interpretarlo e quali emozioni le ha lasciato?
Già dalle prime prove sono riuscita a immedesimarmi in Sara, donna forte e controllata, disperata per le sue condizioni di salute, ma determinata nel denunciare e divulgare il grave inquinamento ambientale tenuto nascosto per non fermare le attività produttive. Mi sono molto emozionata nel momento in cui ho confessato di essere ammalata. Sara mi ha trasmesso la sua grande energia che, per un bene comune, è andata oltre la malattia. Sarà per sempre un pezzo del puzzle della mia vita.
3. Ha avuto una carriera molto ricca tra pubblicità, corti e teatro. In che modo questa esperienza si distingue dalle altre?
Ogni mia esperienza è unica e ineguagliabile. Partecipare a “Manhattan, Italia” è stato intenso e coinvolgente sia per il tema del corto, sia per il meraviglioso cast con cui ho vissuto giorni meravigliosi, composto da persone molto competenti, professionali e gentili.
4.Quali sono le scene che l'hanno colpita di più e più impegnative da interpretare?
Tutte le riprese sono state emotivamente impegnative, soprattutto la confessione della malattia e il dialogo con il medico. Sono stata magistralmente diretta dalla regista, Natasha Colantonio, che mi ha dato indicazioni di colore emotivo ed espressività molto valide.
5. Ha recitato accanto a Massimiliano Aita. Com’è stato il lavoro di coppia sul set?
Massimiliano ha il grande pregio di essere un empatico motivatore, oltre che un artista a 360 gradi. La sua energia mi ha contagiata anche nelle scene dove non era presente. Quando abbiamo recitato insieme, mi sono resa conto che la nostra compatibilità caratteriale, ma soprattutto la sua professionalità attoriale, sono stati il motore per ottenere un risultato sorprendente. Ultimo, ma non per questo meno importante, ha avuto tanta fiducia in me e gliene sono grata.
6. Il tema dell’ambiente è importante nel corto. L'ha toccata personalmente?
Sono profondamene convinta che in un ambiente sano tutti vivremmo meglio. Lasciare alle generazioni future un pianeta in buona salute deve essere una nostra priorità e la sensibilizzazione sui temi ambientali è quindi fondamentale. Lavorando per anni in un’azienda chimica, ho vissuto in prima persona l’importanza che l’attenzione all’ambiente ha nei confronti della salute umana.
7. Cosa spera che il pubblico provi guardando il corto, e quali sono i tuoi prossimi progetti artistici?
Tutti noi che abbiamo lavorato su questo corto, dall’autore, agli attori e alla troupe, abbiamo la speranza che queste fondamentali tematiche per la salute umana possano raggiungere e sensibilizzare un pubblico il più ampio possibile. In futuro mi auguro di poter ancora partecipare a progetti socialmente utili in quanto credo uno degli obiettivi di un attore sia avere la possibilità di poter far arrivare importanti e formativi concetti su larga scala.
8. Il suo curriculum evidenzia un forte e costante impegno nella formazione multidisciplinare. Quanto è importante oggi per un’attrice essere anche cantante, danzatrice, musicista, performer completa?
Una preparazione multidisciplinare ha il grande vantaggio di formare una mente molto aperta e pronta a qualsiasi tipo di lavoro si debba affrontare. Il suggerimento che potrei dare a giovane che desidera intraprendere questa meravigliosa carriera è che una preparazione variegata sviluppa una forma mentis flessibile e organizzata.
9. Negli ultimi anni ha partecipato a molti progetti legati al cortometraggio e alla formazione accademica (NABA, Politecnico, Scuole di cinema). Qual è il valore artistico e professionale del collaborare con giovani registi e realtà emergenti? C'è un consiglio che vorrebbe dare ai giovani emergenti?
Sono sempre molto entusiasta di partecipare a progetti emergenti e trovo che i giovani siano una preziosissima risorsa da coltivare. Credo che attori già esperti possano condividere la propria esperienza con il giovane, mentre il giovane possa far respirare agli attori più navigati aria di nuove idee. Questo connubio porta sicuramente a degli ottimi risultati. Il mio consiglio è che i giovani emergenti considerino fondamentale per la loro crescita la collaborazione con attori di maggiore esperienza.
10. Quali sono, secondo lei, le criticità principali che un’attrice deve affrontare nel mercato attuale dello spettacolo?
La competitività, quella dettata dalla gelosia e dall’arrivismo, e l’età, per mancanza di tatto e sensibilità. Questi preconcetti sono difficili da scardinare e da far capire a chi ha parametri fissi e non vede oltre le apparenze e i “numeri”. Da mia esperienza, ho visto giovani senza volontà, determinazione e con poca preparazione, e persone adulte molto professionali con tanta voglia di lavorare e mettersi alla prova.
11. Dopo anni di attività, cosa la spinge ancora a cercare nuove sfide artistiche? C’è un progetto che sogna di realizzare e che finora non ha avuto occasione di esplorare?
Il fuoco sacro che sento quando sono su un set o su un palcoscenico non mi ha mai abbandonato e non mi abbandonerà mai. Non riuscirò mai a rinunciare all’adrenalina nello stomaco e al desiderio di fare nuove esperienze e di cercare nuove sfide e nuovi progetti. Non esiste ripetitività perché un attore è tale quando riesce a dar vita a un personaggio e dare la vita è una delle emozioni più grandi che si possano mai provare. Sogno di lavorare in un film di fantascienza.
12. Lei ha attraversato molti ambiti dello spettacolo, dal teatro alla pubblicità, dalla musica al doppiaggio. Qual è la disciplina che le ha richiesto il maggior sforzo tecnico ed emotivo per essere padroneggiata?
Non c’è disciplina che possa essere affrontata senza impegno, determinazione e professionalità. Solo così si possono ottenere ottimi risultati. Certamente il teatro è molto complicato perché è sempre “buona la prima”, ma il set è altrettanto complicato perché si rischia di perdere concentrazione ed emozione con il susseguirsi dei ciak. Anche il doppiaggio è complesso in quanto non si vive la scena sul set, ma la si vede soltanto. Ritengo sia pura magia! Ci vuole sempre e comunque costante studio, allenamento e rigore.
13. Ha lavorato in contesti professionali, accademici e aziendali. Quali sono i principali compromessi che un’artista deve affrontare per rimanere attiva e visibile?
Non amo scendere a compromessi, finora non l’ho mai fatto e spero di non trovarmi mai davanti a questo bivio. So per certo che la professionalità, la dedizione e il rigore pagano e spesso sono stata richiamata per altri progetti dalle stesse persone con cui avevo lavorato. La visibilità sui social è molto importante, ma, da boomer, credo sia più pagante farsi vedere per come realmente sei, senza le mistificazioni che le immagini virtuali propongono.
14. In un ambiente competitivo come quello dello spettacolo, ci sono esperienze che l’hanno particolarmente segnata o messa in discussione, come artista e come persona? C’è stato un momento in cui ha pensato di smettere?
Momenti di flessione, in cui non sai bene se stai seguendo la strada giusta, ne ho avuti e sicuramente ne avrò. L’ottimismo e la certezza di aver fatto la scelta giusta riesco ad averli quando mi confronto con attori come me con quali condivido questa enorme passione coronata di successi e insuccessi, come succede sempre nella vita. Sono attratta da persone con i miei stessi valori, e respingo chi invece non li ha.
15. C'è un regista o un attore con cui sogna un giorno di lavorare?
Steven Spielberg, ma anche Clint Eastwood.
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