RECENSIONE ESCLUSIVA DEL CORTOMETRAGGIO: MANHATTAN ITALIA DI MASSIMILIANO AITA
"PFAS E CONSAPEVOLEZZA: LA BATTAGLIA DI MASSIMILIANO AITA CON MANHATTAN ITALIA"
VOTO 4/5

Titolo: Manhattan, Italia, Durata: 12’34’’, Anno: 2024, Regia: Natasha Colantuono (opera prima),Genere: Drammatico, Produzione: Massimiliano Aita (indipendente), Regione di realizzazione: Veneto, Colore: Bianco e nero, Sceneggiatura e soggetto: Massimiliano Aita, Tematica: Ambiente (Pfas)
Cast artistico:, Rosa Iola Alari Ghigi, Massimiliano Aita.
SINOSSI:
Uno sceneggiatore/attivista; l'impiegata di una ditta del vicentino. Cos'hanno in comune? Apparentemente nulla. Apparentemente perché durante un volantinaggio organizzato dal primo a Trissino, la prima apprenderà dell'esistenza dei Pfas. Da qui parte il suo percorso di consapevolezza che la porta a rendersi conto dei danni che la Società per cui lavora può produrre non solo all'ambiente ma anche alla sua stessa salute. Il dramma finale tuttavia può anche essere nuova linfa per la battaglia.
Manhattan, Italia è un cortometraggio di forte impatto visivo ed emotivo che affronta una tematica tanto urgente quanto, purtroppo, ancora poco conosciuta: quella dei Pfas, sostanze chimiche altamente inquinanti presenti nel suolo e nelle acque del Veneto. Il corto segue il percorso di consapevolezza di Sara, impiegata di una ditta vicentina, che entra in contatto con un attivista di Greenpeace e comincia a interrogarsi sull'impatto della propria azienda sull'ambiente e sulla salute.
La regia, firmata da Natasha Colantuono, riesce a coniugare realismo e introspezione, anche grazie alla scelta coraggiosa e raffinata del bianco e nero, che dona all'opera una forte carica estetica ed eleganza formale. La fotografia di Karolay si distingue proprio per questo: campi medio-lunghi e primi piani ben costruiti, capaci di restituire profondità emotiva e ambientale anche in condizioni di luce variabile.
La dimensione sonora del film, volutamente realistica, non filtra i rumori ambientali, ma li lascia emergere, conferendo veridicità e coerenza al racconto. Una scelta non scontata, ma funzionale alla drammaticità del tema trattato. Degna di nota anche la realizzazione tecnica del piano sequenza in esterno, che aggiunge fluidità e tensione narrativa.
Le interpretazioni sono un altro punto di forza del corto: Rosa Iola Alari Ghigi e Massimiliano Aita restituiscono con intensità e misura le trasformazioni interiori dei loro personaggi. In particolare, Ghigi porta sullo schermo un'evoluzione credibile e toccante, mentre Aita – anche autore della sceneggiatura – offre un’interpretazione molto efficace.
Al di là della trama, Manhattan, Italia è un’opera che pone interrogativi profondi sul nostro rapporto con l’ambiente, su quanto la consapevolezza possa (o meno) bastare a cambiare le cose. Il finale, che suggerisce una dimensione onirica o simbolica, lascia volutamente lo spettatore in uno spazio sospeso, in cui il dolore può diventare spinta per la lotta.
Un cortometraggio maturo, curato nei dettagli, con una chiara urgenza espressiva e un messaggio civile che merita attenzione.
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